Per Facebook, a Carnevale ogni condivisione vale.
Facebook ci invita a condividere con i nostri amici se stiamo festeggiando (e quindi come) il Carnevale.
Una simpatica mossa per coinvolgerci e chiederci di postare? Questo senza dubbio.
“Se qualcosa è gratis allora il prodotto sei tu”, diceva Rudy Bandiera qualche settimana fa.
E Mark Zuckerberg non è, chiaramente, mosso da intenti caritatevoli, non è realmente interessato al fatto che ‘socializziamo’ con i nostri amici, più o meno cari.
Invece è molto interessato a che condividiamo tutto ciò che possa portare a creare un nostro profilo: cosa ci piace fare, quali siano i nostri interessi, in quali locali trascorriamo volentieri una serata, che musica ascoltiamo, cosa mangiamo.
L’obiettivo? Mentre ci dà un servizio – bello, divertente, piacevole, che ci tiene collegati con i nostri amici in giro per il mondo – intanto ci chiede in cambio delle notizie che rendono facebook la più grande piazza dove entrare in contatto con potenziali consumatori. Oltretutto riuscendo a targetizzarli in modo estremamente approfondito: non solo per luogo ma anche sugli interessi, fascie di età, e via dicendo.
Notizia di qualche giorno fa è che l’obiettivo per il CEO di Facebook è di arrivare al 2030 con 5 miliardi di utenti (quando la popolazione mondiale si aggirerà intorno agli 8,5 miliardi). Intanto l’altro colosso acquistato dal social di Mark Zuckerberg, Whatsapp, che peraltro ha raggiunto 1 miliardo di utenti, condivide – almeno in potenza – i contenuti che qui vi girano con Facebook. La cosa è emersa dalla possibilità, per ora ancora non presente nella versione italiana, di un’opzione di crittografia che permette di proteggere i propri dati da “terze parti”.
Immaginate un po’ il salto di qualità a livello pubblicitario se si potesse sapere che ad un amico avete detto che vorreste mangiare cinese e… zaaac!, come per magia, vi capita l’inserzione di facebook relativa al nuovo ristorante cinese.
Davvero si arriverà alla pubblicità “one to one”?